Il morbo di De Quervain

pollice De Quervain

Il pollice è essenziale per i movimenti fini della mano e per la prensione ed è il dito che oggi sfruttiamo maggiormente per permettere movimenti precisi, rapidi e funzionali.

Vi sono numerosi muscoli che controllano e regolano i movimenti del pollice nello spazio e questi (grazie all’evoluzione della tecnologia che ci richiede l’uso del pollice per la scrittura allo smartphone o della tastiera) lavorano molto più frequentemente rispetto a quanto facevano anche solamente 20 anni fa.

Nella Sindrome di De Quervain vi è l’infiammazione della guaina in cui scorrono due tendini che regolano il movimento del pollice. Per questi motivi il morbo è più frequente oggi rispetto a quanto non lo fosse alcuni decenni fa.

Infatti questi muscoli sono deputati in particolare all’ “apertura del pollice”, effettuando i movimenti di estensione e abduzione (apertura verso l’esterno) del medesimo.

L’infiammazione della guaina comporta un restringimento dello spazio in cui scorrono questi tendini con conseguente “strozzamento”.

Questa infiammazione è causata non solo da fattori congeniti (predisposizione innata) ma soprattutto da fattori occupazionali.

Essa infatti è più frequente in chi fa attività di presa stretta tra pollice e indice: ad esempio è consueta in chi scrive molto, in chi cuce, in chi utilizza per mestiere il cacciavite, molto il mouse o suona molto certi strumenti (chitarristi con l’uso del plettro).

Altre situazioni tipiche in cui si manifesta è il diventare genitore. Infatti le mamme, nel tenere in braccio il neonato, spesso usano il polso e la mano, esponendolo a sovraccarichi biomeccanici a cui il corpo non era adattato.

Il dolore che consegue l’infiammazione si localizza alla base del pollice e lungo il tendine estensore del pollice, e può a volte irradiare all’avambraccio. Talvolta può comparire un edema (gonfiore) e dolore vivo al semplice sfioramento della zona. Rari ma possibili, possono comparire formicolii al pollice.

Tutore de quervain

    • La diagnosi

    Bisogna fare attenzione a diagnosticare tale sindrome in quanto esistono altre patologie che possono mimare i sintomi tipici di questa patologia, portando così a risultati fallimentari nel trattamento.

    Le patologie che maggiormente “mimano” i sintomi del morbo di De Quarvain sono alcune forme di “brachialgia” (compressione nervosa cervicale), le quali possono portare a dolore al pollice e negli stessi territori, e la “rizo-artosi”, ossia l’artrosi (l’usura) dell’articolazione principale del pollice.

     

    • Il test

    Un test che viene fatto per identificare la sindrome di De Quarvain è quello di “Finkelstein”: consiste nel chiudere il pollice nel palmo della stessa mano e di flettere il polso esternamente, così da mettere in tensione il tendine in questione. Il test è positivo se i sintomi si acutizzano improvvisamente durante il movimento del polso.

     

    •  Il trattamento

    Nella maggior parte dei casi è conservativo e solitamente viene suggerita l’astensione dalle attività provocative, il riposo articolare e l’utilizzo di un tutore che tiene l’articolazione in posizione neutra, da usare per alcune ore di giorno e anche la notte.

    Agli stadi iniziali può essere sufficiente il riposo funzionale e qualche antinfiammatorio locale.

     

    Dal punto vista fisioterapico, il paziente sarà sottoposto già nelle prime fasi a terapie antiinfiammatorie ed antalgiche quali l’ultrasuonoterapia o la Tecar-Terapia®.

    In seguito, appena la sintomatologia lo permette, saranno realizzate delle mobilizzazioni articolari assistite per recuperare la funzionalità (qualora il dolore fosse stato talmente vivo da impedire qualunque attività con la mano). Come buona prassi il paziente sarà educato anche ad eseguire degli esercizi specifici al proprio domicilio.

    Nei quadri più complessi e con sintomatologia persistente potranno essere utilizzate le onde d’urto di nuova generazione che stimolano il tessuto tendineo e per-tendineo alla guarigione. Solitamente sono sufficienti 3-4 sedute una volta per settimana.

    Nei casi particolarmente persistenti o recidivanti, talora è necessario ricorrere all’intervento di decompressione o alle infiltrazioni di cortisone locali (che saranno effettuate da uno specialista).

    Una volta risolta la sintomatologia, il paziente dovrà effettuare una ripresa graduale dell’attività lavorativa o dell’hobby che la provocava. Importante questa fase per scongiurare una riacutizzazione nell’immediato.

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Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, Body Building, Pesistica, Corsa, Mountain Bike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior Tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una Nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e Manipolazioni Vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A, B, C, D, E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I, II, III livello);
Documentarion based care certificate Instructor;
Istruttore di Functional Training;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise Specialist.