Il “gomito del tennista”, nome popolare per la patologia dell’epicondilite, è un’infiammazione dei tendini che congiungono i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito.
Come anche il nome suggerisce, è una disfunzione che avviene principalmente nei giocatori di tennis, in quanto espongono a maggior tensione le strutture che vengono appunto interessante dal disturbo.
Quali sono le cause?
Le cause possono essere diverse e non sono ancora state chiarite del tutto. Tuttavia, vi sono diversi fattori che possono incidere sulla sua comparsa:
- Età superiore ai 30 anni
- Eccessivo sforzo dei muscoli epicondiloidei
- Appartenenza al sesso femminile
- Ripetizione dello stesso movimento in maniera continuativa
Quali sono i sintomi?
Il principale sintomo dell’epicondilite è il dolore. Tuttavia possono esistere anche casi dove la sintomatologia è caratterizzata da gonfiore, arrossamenti la parte infiammata può risultare calda.
In ogni caso, il dolore localizzato è la discriminate principale. Esso infatti si acutizza quando si praticano determinati movimenti e gesti comuni, come la flessione del gomito oppure semplicemente stringendo la mano.
È una patologia che viene spesso sminuita e trascurata ma che rischia di diventare decisamente invalidante se non trattata in maniera appropriata.
Ti è stata diagnosticata? Ecco i metodi principali per trattarla e curarla
Sicuramente, se hai una sintomatologia che ti ricorda questa patologia, la prima cosa da fare è sicuramente rivolgersi a un fisioterapista per capire quale sia l’entità e se effettivamente si tratti di epicondilite.
I test più utilizzati sono:
- Palpazione dell’epicondilo laterale: l’esperto effettua una pressione nel punto di inserzione dei muscoli epicondiloidei, mentre il paziente muove gomito, polso e dita.
- Test di Mills: evidenzia la presenza di dolore alla pronazione forzata con gomito disteso e polso flesso
- Test di Cozen: rileva se vi è dolore contro resistenza di polso e dita a gomito esteso.
Una volta effettuata la diagnosi, si procede con la scelta del metodo migliore per curarla, che può essere:
- Con l’utilizzo di un tutore: si tratta di una fascia elastica con al suo interno una superficie rigida che deve essere tenuta al disopra del punto dolorante. Lo scopo è che generando una leggera compressione si dia il via a una stimolazione a livello neurologico centrale.
- Terapia con l’uso di onde d’urto: metodologia non invasiva, consiste in brevi tempi di irradiazione di onde che stimolano dei meccanismi biochimici che comportano riduzione dell’infiammazione, stimolazione della formazione di vasi sanguigni e riattivazione dei processi di autoriparazione dei tessuti.
Fare esercizi è importante
L’esercizio, soprattutto in fase di cura del problema, diventa fondamentale.
Quelli da svolgere in caso di epicondilite sono due:
- Esercizi di stretching: utili per rilassare la zona e per alleviare la tensione.
Devono essere però svolti con precisione assoluta, per evitare di andare a sovraccaricare altre zone e far nascere problematiche collaterali.
- Esercizi di rinforzo: l’importanza di questi è correlata al potenziamento dei muscoli che interessano la zona dell’epicondilo che quindi sarà soggetta a minore sforzo meccanico e quindi si infiammerà con più difficoltà.
Ti rivedi in questa descrizione? Allora forse è il caso di prenotare una visita fisioterapica
L’autodiagnosi e la cura “fai da te” non sono mai la scelta corretta per risolvere queste patologie in quanto potresti complicare la situazione ancor di più.
Affidati invece a un team di fisioterapisti esperti che ti sapranno confermare e consigliare al meglio per risolvere questo fastidioso problema.
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.