Mobilità o Stabilità?
Quando l’articolazione mobile diventa immobile, l’articolazione stabile è costretta a muoversi come compensazione, diventando meno stabile e successivamente dolorosa.
Viceversa, quando un articolazione mobile diventa immobile ( a causa di un trauma ad esempio) l’articolazione stabile potrebbe diventare mobile e dar problemi.
Quando e perché un’articolazione stabile diventa mobile o un articolazione mobile diventa rigida è un’altra domanda a volte che non trova risposta (sarebbe un po come chiedersi : è nato prima l’uovo o la gallina?) e a volte è più un gioco didattico scoprirne il perché che non un elemento di reale interesse terapeutico.
Ciò che noi Fisioterapisti dobbiamo analizzare quando un paziente viene alla nostra attenzione è abbastanza articolato e non sempre si ferma al segmento dolente.
Farò degli esempi per rendere il tutto più comprensibile:
- Perdi la mobilità della caviglia = ti verrà dolore al ginocchio;
- Perdi la mobilità dell’anca = comparirà dolore lombare;
- Perdi la mobilità toracica = comparirà dolore cervicale o alla spalla, o dolore lombare.
- Ecc…
Se osserviamo il corpo su una prospettiva articolazione su articolazione tutto avrà maggiormente senso (partendo dall’alto al basso o dal basso verso l’alto a seconda della funzione).
Allora quando l’approccio anatomico fallisce?
Fallisce quando il clinico (il chirurgo, il medico o il fisioterapista di turno) non analizza la complessità e la globalità dell’individuo, trascura la sua storia e la sua richieste funzionali.
Questo avviene perché spesso non vi è un inquadramento funzionale e globale da parte del clinico che si sofferma , ancora oggi, troppo frequentemente ad analizzare solo il distretto dove il paziente lamenta dolore.
Sappiamo che è ampiamente dimostrato come una risonanza magnetica o un’altra indagine radiologica troveranno sempre qualche reperto positivo, ma non è per forza vero che quel reperto positivo sia l’origine del problema del paziente.
Ecco che entra in gioco l’analisi della funzionalità e della globalità del paziente ed ecco perché un programma riabilitativo efficace a lungo termine passa spesso attraverso ad una rieducazione funzionale, motoria, terapie di sblocco articolare e di rinforzo (ripristinare la mobilità quando è andata persa, o ripristinare il controllo motorio in un distretto troppo mobile che dovrebbe essere stabile)
Quando la diagnosi iniziale è incompleta il risultato terapeutico non potrà che essere parziale.
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.