Circa l’80% della popolazione ha, almeno una volta, sofferto a causa del mal di schiena. Benché quindi si tratti di una patologia comune, arreca comunque disagio e dolore e molto spesso chi subisce il primo attacco non sa come comportarsi.
Quando si sperimenta questa spiacevole condizione, bisogna tenere a mente che raramente si va incontro a danni permanenti.
Il circolo vizioso del mal di schiena cronico
Appena si avverte un attacco di mal di schiena, potrebbe capitare di provare ansia, pensando che il dolore possa essere indicatore di qualcosa di grave. Questa paura porta il cervello a focalizzarsi completamente sul problema, senza però cercare soluzioni. Si opta dunque per muoversi di meno e, di conseguenza, i muscoli e le strutture vertebrali si indeboliscono, mentre il sistema nervoso si adatta al nuovo stato.
La schiena, però, ha bisogno di movimento per nutrire le proprie strutture: limitando troppo a lungo le attività fisiche, si viene a generare maggior dolore e i muscoli e le strutture vertebrali diventano sempre più suscettibili agli sforzi di qualsiasi intensità.
Per paura del dolore che si proverebbe si cerca di riposare ancora di più, finendo inevitabilmente col causare ulteriori cambiamenti nel sistema nervoso centrale. E, per finire, questi cambiamenti porteranno a peggiorare il mal di schiena: così ricomincia il ciclo.
È necessario spezzare questo circolo, per evitare che il dolore si trasformi in un problema cronico.
Cosa fare durante un attacco di mal di schiena
Allarmarsi per il dolore improvviso, all’inizio, è normale. Tuttavia è fondamentale ritornare in sé il prima possibile e non farsi prendere dal panico. Per riuscirci, si può tenere in considerazione che:
- il mal di schiena non è generalmente un sintomo di malattie gravi;
- il dolore acuto tende a migliorare in breve tempo (pochi giorni o comunque poche settimane);
- lo scenario più probabile a lungo termine è quello del miglioramento.
Una volta riacquisita la calma, si deve portare pazienza: solitamente le fitte che si provano durante la fase acuta si stabilizzano in breve tempo, permettendo di tornare a svolgere le attività quotidiane nonostante persista un po’ di dolore.
Si deve però tenere presente che non esiste un intervallo di tempo preciso dopo il quale le fitte svaniscono e che, purtroppo, la metà delle persone che hanno sofferto di mal di schiena lo sperimenterà nuovamente entro due anni.
Cosa fare dopo un attacco di mal di schiena
Una volta terminata la fase acuta, si può pensare alle mosse successive. Il consiglio migliore che possiamo dare è quello di non esagerare con il riposo: solitamente sono sufficienti due giorni di pausa, dopodiché si può tornare a muoversi gradualmente. Restando fermi più del necessario, non si fa altro che protrarre ancora più a lungo il dolore, il tempo di recupero e la disabilità.
La schiena ha infatti bisogno di movimento per rimanere efficiente: grazie ad esso, articolazioni, cartilagini e scheletro vengono stimolati a rigenerarsi, modificarsi e adattarsi.
Per concludere, chi supera meglio il mal di schiena è la persona che rimane attiva e non rinuncia alla quotidianità, potendo comunque permettersi un breve riposo.
Se, nonostante questi consigli, il tuo dolore persiste oltre la fase acuta per più di una settimana o desideri un supporto personalizzato per gestire al meglio il tuo recupero, non esitare a contattare i nostri esperti per un consulto.
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Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.