Il dolore è una condizione in cui l’organismo segnala, tramite un’esperienza sensoriale o emozionale spiacevole, una qualche tipologia di danno o sofferenza che rileva.
Nel caso del polpaccio, viene avvertito dal soggetto un fastidio di entità variabile dietro la gamba.
Cosa può causare il dolore al polpaccio?
Il dolore al polpaccio (gastrocnemio) può indiscriminatamente colpire sia il lato destro sia il lato sinistro e le cause possono essere varie e avere origine diversificata.
Una prima suddivisione viene fatta tra cause accidentali (strappo muscolare/contrattura) e le cause organiche come mancanza di potassio o problemi di natura circolatoria, neuropatica o una flebite. Quest’ultima è da tenere bene a mente e in considerazione in quanto consiste in un trombo, ovvero un grumo di sangue che impedisce il normale flusso circolatorio, portando a problematiche decisamente più serie e gravi.
Capire fin da subito di che cosa si tratti diventa fondamentale, considerando che se si trattasse di flebite, si dovrà intervenire in modo perentorio. È meglio non sottovalutare il problema e anzi rivolgersi velocemente al proprio medico di famiglia per capirne le cause.
Come determinare la patologia di cui si potrebbe essere affetti?
Sulla base della tipologia di problema sospettato, anche la diagnostica varia, in caso di:
- Problema muscolare: se si tratta di strappo o contrattura, dopo un breve esame di palpazione, il paziente viene in genere sottoposto a ecografia, per capire in maniera puntuale quale sia l’integrità delle fibre muscolari e/o la presenza di altre patologie quali edema o distensioni. Questi sono sicuramente le cause principali e più frequenti negli sportivi o in chi effettua lavori di un certo tipo.
- Flebite: i sintomi di questa patologia sono tre, ovvero dolore (nell’area a valle del trombo), gonfiore dell’arto e rossore accompagnato da calore. In questo caso, la tecnologia utilizzata per effettuare la diagnostica che si tratti effettivamente di questa problematica è l’ecografia con l’ecodoppler, che identifica, tramite ultrasuoni, l’anatomia del sistema circolatorio della zona identificata per capire se vi sia qualche impedimento. È una condizione più frequente di quello che sembra e nonostante sia più facile che accada in persone anziane, può colpire anche i giovani. Se sottovalutata, può essere molto pericolosa, in quanto il trombo potrebbe muoversi e causare un infarto o un’embolia polmonare.
Può la fisioterapia porre rimedio a questi problemi?
La fisioterapia è sicuramente indicata per risolvere o comunque accompagnare la riabilitazione di alcune delle patologie e trattare il disturbo in maniera efficace e diretta.
La contrattura muscolare è sicuramente la più semplice da trattare considerato che non si tratta di danni ai tessuti muscolari ma semplicemente un insieme di fibre che rimangono contratte.
Generalmente, questa problematica viene si affronta con:
- Terapia manuale
- Esercizio terapeutico
- Tecarterapia
- Terapia mio-fasciale
In combinazione con questi, se prescritti potrebbero essere utilizzati anche farmaci antinfiammatori. È importante che, prima di ricominciare l’attività sportiva la contrattura sia risolta, per evitare problematiche peggiori, come la lesione muscolare.
Per lo “strappo” muscolare bisogna considerare inizialmente l’entità della lesione, che può essere da grado 1 a 3. Sulla base di questo, l’approccio sarà differente.
Se si tratta di lesione fino al 2° grado, la terapia prevede inizialmente una fase di riposo semi-assoluto da ogni attività, per permettere alla zona di cicatrizzare, utile associare in caso di versamento / ecchimosi terapie fisiche fibrinolitiche come l’ultrasuono o altre, reintroducendo progressivamente l’esercizio terapeutico. Sarà da pianificare una nuova valutazione di tipo ecografico per capire se la lesione è chiusa o meno e se anche i test clinici saranno negativi di potrà riprendere gradualmente su indicazione del fisioterapista la preparazione fisica / lo sport praticato.
Le tempistiche possono variare molto in funzione del muscolo colpito e dell’entità della lesione comportando una prognosi che va da 20 a 60gg in media per le lesioni più gravi.
Se il problema non fosse risolta nei tempi auspicati, la fisioterapia prevede due diverse procedure:
- Prima fase (riparazione): dove si utilizzeranno diverse apparecchiature a ultrasuoni, onde d’urto e laser per facilitare la cicatrizzazione della lesione.
- Seconda fase (trattamento della cicatrice): lo scopo è quello di trattare la lesione e la cicatrice interna per elasticizzarla ed evitarne la fibrotizzazione, ovvero quella particolare situazione dove le fibre vengono sostituite da tessuto connettivo, facendone perdere le proprietà muscolari caratteristiche. Purtroppo questa situazione può verificarsi ed il trattamento dalla fase acuta è determinante. un trattamento ad-hoc infatti ne abbasserà sicuramente l’incidenza.
Per quanto riguarda le tempistiche dei trattamenti sono assolutamente da rispettare.
La flebite non si può assolutamente trattare con i normali metodi di fisioterapia e anzi, sono assolutamente vietate manipolazioni e massaggi fino alla sua completa risoluzione, che dovrà essere verificata tramite esame con ecodoppler finale.
Ultima causa citata la causa radicolare, dovete infatti sapere che i nervi che dipartono dal rachide lombare, innervando il polpaccio possono se compressi o irritati portare a percepire dolore o altri sintomi al polpaccio senza che vi sia un danno anatomico ad esso.
Sovente ci capita infatti di trattare la zona lombare affetta da ernia del disco in un paziente che non accusando dolori lombari si presenta da noi per dolori/crampi ricorrenti al polpaccio.
Dovrebbe risultare chiaro da queste poche righe volutamente semplificative, come la prima valutazione ed inquadramento sia determinante ed assolutamente necessaria per poter identificare l’origine del dolore/sintomo e poter agire di conseguenza.
Un “massaggio” fatto in modo “superficiale” da personale non in grado di riconoscere una flebite potrebbe essere assolutamente dannoso e provocare anche gravi conseguenze come l’embolia polmonare (che, quando massiva, può portare anche al pericolo di vita. Può presentarsi con un improvviso dolore al torace, dispnea (affanno), tosse e marcato stato d’ansia)
Anche tu hai dolori al polpaccio?
Allora è molto probabile che tu abbia una tra queste patologie. Affidati al nostro studio: ti sapremo consigliare il percorso di cura migliore per te, risolvendo in modo agile e totale il tuo dolore al polpaccio.
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.