Ernia del disco cervicale

Oggi parliamo di ernia del disco cervicale per chiarire che esistono due tipi di ernie, quelle “molli” e quelle “dure”.

Andiamo a scoprirne le differenze.

L’ernia del disco è un problema frequente, in genere i più colpiti sono gli adulti sopra i 30 anni e sotto i 60. Ogni anno infatti vi sono circa 83 nuovi casi di ernia del disco sintomatica ogni 100.000 abitanti.

L’ernia può essere “molle“, o “dura” a seconda della “consistenza”.

Tipicamente si manifesta con dolore/debolezza più o meno intenso al collo e ad un arto superiore. Quando però l’ernia è particolarmente voluminosa, essa può determinare anche compressione sul midollo spinale, compromettendo la forza, i riflessi e la sensibilità degli arti inferiori.

Ernia “molle”

È la classica ernia del disco: consiste nella fuoriuscita del nucleo polposo (parte centrale del disco) attraverso una lacerazione completa dell’Anulus fibroso (l’anello cartilagineo che lo contiene) con la conseguente compressione (nel 90% dei casi) di una o più radici nervose spinali e/o del midollo.

Cause: tipicamente vi è un’usura progressiva dell’anulus con continue micro lacerazioni e debordamento progressivo, (condizione detta bulging o protrusione discale) fino al suo completo cedimento con conseguente erniazione del nucleo.
Posture compressive ed errate protratte, movimenti ripetitivi in posizioni scorrette e carichi elevati sugli arti superiori sono cause tipiche di usura dell’anulus.

Anche i traumi importanti possono essere la causa scatenante di un’ernia ma raramente essi sono sufficienti a lesionare un disco perfettamente integro, generalmente sono determinanti solo su dischi già quantomeno parzialmente lesionati. Recentemente poi è stata scoperta una certa famigliarità, (fattori genetici) a determinare la predisposizione di ognuno di noi a soffrire d’ernia del disco.

Usualmente si riscontra prima dei 50 anni.

Il livello più colpito è C6-C7 (70%), segue C5-C6 (20%). La manifestazione prevalente è il dolore al braccio e al collo, che spesso insorge acutamente al risveglio mattutino. Tipicamente è presente anche una forte sensazione di rigidità del collo, con dolore acuto nei movimenti. Tipicamente il dolore al braccio può spingersi sino alle dita della mano, con formicolii o altri sintomi, coinvolgendo il dito indice ed il medio nella maggioranza dei casi, il mignolo ed il pollice sono coinvolti meno frequentemente.
Talvolta possono essere presenti solo i sintomi al braccio e/o dita senza che apparentemente vi siano problemi al collo.

È importante ricordare che un’ernia C5-C6 può portare ad avere sintomi simili a quelli di un infarto miocardico mentre la sofferenza di C8 invece può accompagnarsi a una “sindrome di Horner” incompleta, ossia un’alterazione del diametro pupillare.

 

 

 

Ernia “dura”

L’ernia “dura” è in realtà un falso nome, utilizzato per indicare un conflitto radicolare sostenuto da un becco osseo al margine del corpo vertebrale (osteofitosi margino-somatica). Questa condizione generalmente insorge dopo i 55 anni e una radiografia in posizione obliqua può essere sufficiente a mostrare la riduzione del canale neurale, laddove la radice nervosa esce dal canale vertebrale. L’insorgenza dei sintomi è solitamente più graduale dell’ernia “molle”, con dolore radicolare a cui spesso si associano deficit muscolari ed alterazioni dei riflessi.

Talora sono coinvolte più radici, perché il processo spondilotico, a differenza della semplice ernia “molle”, normalmente interessa più di un livello.

 

Diagnosi

Mentre per l’ernia molle prevalgono i segni radicolari, ossia dolore e debolezza al braccio, in caso di ernia dura bisogna discernere l’interessamento radicolare da quello midollare. Infatti all’ernia “dura” è spesso associata la sofferenza del midollo spinale ed il coinvolgimento degli arti inferiori. L’iter diagnostico-terapeutico comunque presenta delle similitudini.

 

Terapia

La terapia medica mira al controllo dell’infiammazione e del dolore.

I farmaci più comunemente impiegati sono i FANS (farmaci antinfiammatori non steoirdei) che associano in proporzioni più o meno diversa, anche un’attività analgesica.

Altri farmaci possono essere prescritti dal medico quando si vuole un’azione più intensa, spesso in fase acuta iniziale viene prescritta una cura di corticosteroidi per via orale o intramuscolare e questa in genere dà risultati migliori rispetto alla terapia con antinfiammatori convenzionali.

Siccome l’irritazione meccanica prodotta da certi movimenti del collo contribuisce a esacerbare i sintomi, risulta efficace la Fisioterapia attraverso l’identificazione di quei movimenti ed esercizi specifici (spesso contrari a quelli nocivi) che possono aiutare a ridurre la compressione radicolare e favorire la risoluzione del processo infiammatorio.

Inoltre alcune terapie fisiche come la Tecar-Terapia, o le manipolazioni vertebrali, abbinate all’esercizio terapeutico possono avere un effetto decontratturante ed antalgico e possono contribuire a superare la fase acuta con minor dolore e disabilità.

 

Chirurgia?

Di solito questa strada viene scongiurata (salvo nei rari casi di urgenza e/o nei casi con importanti deficit di forza/sensibilità o di compressione midollare) e generalmente viene considerata solamente una volta esaurite le possibilità offerte da un appropriato approccio fisioterapico.

Nella maggior parte dei casi infatti la Fisioterapia specifica, in sinergia agli eventuali approcci medici conservativi, (es. farmaci prescritti dallo specialista dove necessari) a circa 2 mesi dall’episodio acuto, porta ad una remissione soddisfacente dei sintomi e ad un buon recupero.

La rieducazione funzionale tramite rinforzi specifici della muscolatura cervicale ed un’educazione posturale adeguata aiuteranno anche a ridurre il rischio delle recidive, che in assenza di questa fase di terapia, è piuttosto alta (circa il 50% di chi ha sofferto a causa di un’ernia del disco, se non attua un percorso di rinforzo ed educazione rischia una recidiva entro un paio d’anni).

 

Fisiosan è un presidio ambulatoriale e riabilitativo a media complessità dotato di autorizzazione sanitaria.

Il nostro team si compone di varie figure sanitarie: medici, fisioterapisti, preparatori atletici che possono aiutarti a superare il tuo problema.

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Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.