OSTEOPOROSI

Per osteoporosi si intende la progressiva perdita di massa ossea la quale conduce a modificazioni della microarchitettura dello scheletro.

Questa, che di per se non può essere considerata una patologia, aumenta il rischio di fratture e di complicazioni secondarie.

A livello cellulare consiste nella perdita di equilibrio tra il lavoro degli Osteoclasti e degli Osteoblasti. I primi si occupano della neoformazione dell’osso mentre i secondi del suo riassorbimento. Se l’osso viene distrutto più velocemente di quanto non venga creato, si deteriora.

Si tratta della più diffusa malattia ossea e colpisce entrambi i sessi, ma in particolar modo le donne dopo la menopausa

La prima manifestazione dell’osteoporosi è l’osteopenia, ossia una diminuzione del calcio nella massa ossea. Tutto ciò può rimanere del tutto asintomatico ( 2/3 dei casi ), oppure causare fratture anche con un minimo evento traumatico. Le sedi di frattura più frequenti sono femore, polsi e vertebre (crolli vertebrali)

Esistono diversi tipi di terapie farmacologiche ma i medici raccomandano comunque di associare ad esse una corretta attività fisica in grado di prevenire la perdita ossea o addirittura incrementarla.

Recenti studi hanno dimostrato infatti che il miglior stimolo possibile per l’osso è dato dalla forza muscolare trasmessa attraverso i tendini durante la contrazione muscolare.

 

Per questo nel nostro centro è possibile contrastare questa “ non malattia “( cit. BRITISH MEDICAL JOURNAL ) tramite un programma di esercizi mirato che tenga conto non solo delle potenziali rischi e movimenti da evitare ma anche di risolvere dei quadri dolorosi che possono essere accompagnati a queste condizioni.

 

N.B Si ricorda che l’osteoporosi non è di per se origine di dolore ma è una delle responsabili dei così detti “crolli vertebrali”, veri e propri cedimenti delle vertebre che determinano un progressivo aumento della cifosi dorsale (incurvandosi progressivamente in avanti) e forti dolori nella sede del crollo vertebrale.

Questa specifica condizione va inizialmente trattata con programmi terapeutici specifici e secondariamente poi gestita come in tutti i casi di osteoporosi, ossia cercando di rinforzare l’osso e la muscolatura per prevenire ulteriori crolli.

 

Questo prevede:

  • Valutazione iniziale durante la quale si fa l’anamnesi del paziente e si prende visione dei referti medici come ad esempio la MOC ( Mineralometria ossea computerizzata) ,le radiografie e gli esami ematochimici. In questa sede si stabiliscono insieme al fisioterapista gli obiettivi possibili.
  • Medical fitness assistito. In una prima fase saranno necessarie delle sedute uno ad uno col fisioterapista il quale creerà un protocollo mirato per il paziente e lo correggerà in caso di errore. Non dimentichiamo che si tratta di pazienti “fragili” che presumibilmente avranno bisogno di essere seguiti per un periodo che potrebbe andare da 1 a 2 mesi.

La pianificazione del protocollo deve fare riferimento a due principi fondamentali:
-specificità: la risposta osteogenica è locale, per cui è opportuno allenare specificatamente le regioni corporee colpite dall’osteoposorosi.

-carico ingravescente: gli effetti sulla matrice ossea si osservano solo se viene progressivamente aumentato il carico meccanico.

  • Sedute autonome. Quando il paziente sarà sufficientemente forte e sicuro potrà autonomamente proseguire con il programma a lui creato sempre con i medesimi macchinari medicali specifici e negli stessi ambienti ma con notevole risparmio economico (le sedute autonome costano infatti come gli ingressi “singoli” della maggiorparte dei centri fitness)
  • Controlli periodici per verificare l’andamento del programma, per chiarimenti , modifiche o integrazioni nel proprio programma specifico.

La fase autonoma è una fase studiata appositamente per venire in contro alle necessità del paziente che in questi casi abbisogna di periodi di “trattamento” piuttosto lunghi.

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