Leonardo Da Vinci, Carlo Magno, Piero Cosimo de’ Medici, Isaac Newton, Charles Darwin e perfino Theodore Roosevelt. La sua prima apparizione risale a un documento ritrovato nell’Antico Egitto (circa 2600 a.C.) in cui veniva descritta un’artrite all’alluce.
Viene definita “malattia dei re”, o “malattia dei ricchi” perché da sempre ha colpito le classi più abbienti, dai re fino ai presidenti americani.
Si tratta dall’artrite più frequente e dolorosa che colpisce l’uomo: la gotta.
Che cos’è la gotta?
È una malattia reumatica causata da un eccesso di acido urico nel sangue e nei tessuti adiacenti all’articolazione (iperuricemia).
Proprio da questa caratteristica deriva il suo nome, che in latino significa “goccia” (gutta): il primo medico antico ad utilizzare questa parola per descrivere l’artrite è stato il frate domenicano Randolphus di Bocking nel 1200.
Questo eccesso di acido urico provoca un conseguente deposito di urato che a sua volta forma dei cristalli che infiammano le articolazioni e i tessuti adiacenti.
Da qui, secondo l’Oxford English Dictionary, l’origine dalla teoria umorale e dall’ipotesi che sia proprio “la caduta di materiale morboso nel sangue dentro e attorno alle articolazioni” a causare i forti dolori della gotta.
La sua origine
La causa della gotta è la sedimentazione dell’acido urico (quindi un suo eccesso, chiamato iperuricemia): questa è una sostanza di scarto che deriva per il 20% dalla digestione di alimenti ricchi di purine e per l’80% dalla sintesi degli acidi nucleici presenti nell’organismo. Normalmente, l’acido urico viene filtrato dai reni e dall’intestino e di conseguenza eliminato tramite urine e feci.
Che cosa causa l’iperuricemia (ovvero la causa della gotta)?
La domanda che ti stai facendo è: come si prende la gotta? L’eccesso dell’acido può essere legato a fattori genetici oppure a difetti nell’eliminazione renale del liquido. Un’altra causa, forse quella che ha reso famosa questa patologia, è la sua correlazione con l’alimentazione: un consumo sregolato di alimenti ricchi di purine (si trovano nelle carni, nel pesce, nei frutti di mare, nei volatili, nelle interiora e negli alcolici) e l’assunzione di farmaci come i diuretici aumenta la possibilità di incorrere nella gotta.
I sintomi
La gotta si manifesta con attacchi ricorrenti di artrite, soprattutto la sera e la notte nell’arco di 6-12 ore. Solitamente, alla gotta viene associato un rossore e un calore molto intensi che portano la pelle a sembrare quasi ustionata. Le articolazioni più colpite sono quella dell’alluce e – meno di frequente – quelle del ginocchio, dei gomiti, delle mani e delle caviglie. Le persone più a rischio sono i soggetti ipertesi, diabetici e obesi.
Come curarla?
Prima di tutto bisogna essere certi che si tratti di gotta: a questo proposito sono necessari degli esami del sangue per controllare i valori dell’acido urico. Un esame più approfondito è quello dell’analisi del liquido sinoviale presente nell’articolazione.
La prima cosa da fare è spegnere l’infiammazione. Per fare ciò il farmaco più usato è la colchicina, assieme ad antinfiammatori non steroidei (FANS) e i farmaci corticosteroidei.
Se utilizzi i FANS, prima leggi questo
Una volta che l’infiammazione viene sedata, si passa a curare l’iperuricemia riducendo i livelli di acido urico. Per fare ciò si può inibire la sintesi dell’acido urico (allopurinolo o febuxostat) e favorirne l’eliminazione per via urinaria attraverso farmaci uricosurici. I tempi del trattamento variano da paziente a paziente, ma in genere nel giro di sei mesi la malattia regredisce fino alla sua scomparsa.
Cosa può fare la fisioterapia
La gotta è una malattia prevenibile: in una situazione di iperuricemia, è consigliato bere almeno due litri di acqua al giorno (per aiutare i processi renali e di eliminazione dell’acido tramite le urine), evitare di bere qualsiasi tipo di bevanda alcolica e mantenere una dieta bilanciata. Fondamentale è mantenere il proprio corpo in forma e rispettare un corretto equilibrio tra buona alimentazione ed esercizio fisico: in questo caso, la fisioterapia (sia in uno stato di prevenzione sia in stati più avanzati) può essere di grande aiuto nel processo di guarigione della gotta e soprattutto nella fase di identificazione e riabilitazione del paziente (quindi all’inizio e alle fine del processo della malattia).
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.