Nella foto: una brutta rottura del crociato con probabile rottura anche del collaterale mediale e menisco.
Fino a 10 anni fa, gli Ortopedici assicuravano ai loro pazienti affetti da rottura di LCA che a seguito dell’intervento avrebbero avuto buoni/ottimi risultati nel 90-95 % dei casi grazie alla ricostruzione chirurgica.
Tuttavia, recenti studi dimostrano che a distanza di anni il quadro reale è molto diverso. Walden et all. hanno presentato i risultati di uno studio effettuato su giocatori di calcio nel post chirurgico. Sono stati seguiti 78 CLUB D’ELITE per 4 anni. Hanno valutato le 140 lesioni complete di LCA avvenute in questo lasso i tempo. (il 98 % delle rotture ha subito la ricostruzione). Sorprendentemente, prima di completare la riabilitazione, cinque pazienti avevano già subito una ri-rottura e quattro richieste di chirurgia controlaterale del ginocchio.
A 3 anni, l’ 86 % dei pazienti giocavano ancora a calcio ma solo il 65 % sono tornati a giocare al loro livello precedente. Se è vero che lo studio di “Walden e collaboratori” si è limitato ad analizzare ciò che avviene ad alto livello di calcio professionistico, sicuramente lo studio evidenzia che, se abbiamo intenzione di prevedere per i nostri pazienti il loro ritorno a giocare al loro livello precedente, dovremmo essere più prudenti e citare un 65 % e Non il 95 % di possibilità di tornare al loro livello precedente.
Va inoltre considerato che questi risultati sono molto vincolati al tipo di chirurgia ma soprattutto al tipo di riabilitazione eseguita.
Nel gennaio 2016, l’American Journal of Sports medicine ha pubblicato una revisione sistematica svolta da “wiggings et al” che ha esaminato in dettaglio il rischio di recidiva e rottura del LCA controlaterale in giovani atleti che avevano subito la ricostruzione. Hanno trovato un allarmante tasso del 7 % di fallimento della ricostruzione e l’8 % del rischio di lesione al ginocchio controlaterale. Questo significa che il rischio totale è del 15 % di RI-ROTTURA e sale paurosamente al 23% per gli atleti al di sotto dei 25 anni di età. Questi dati sono molto importanti per chi lavora con i pazienti in tutte le fasi della rottura e del post operatorio.
Commenti e conclusioni personali: innanzitutto dobbiamo avvertirvi che lo studio di Wiggins ha qualche difetto di progettazione che riduce l’impatto delle sue prove; compresa la sua inclusione di lesioni di IV grado negli studi e la duplicazione di alcuni dati da due o tre nella meta-analisi.
inoltre, i due articoli provenienti da Svezia e USA ricordano ai chirurghi di fornire esempi reali e di condividere questi dati per quanto riguarda i risultati delle ricostruzioni dell’LCA. Risultati di qualità che consentiranno agli atleti di essere pienamente informati dei relativi rischi e benefici quando prendendo una decisione chirurgica.
Nella nostra esperienza i fattori determinanti per il buon esito dell’intervento sono (in grassetto) :
La riabilitazione, che venga fatta non solo sull’arto “operato” ma su ambedue gli arti, in quanto dagli studi si evince un certo tasso di predisposizione genetica che non può essere ignorata.
La Tempistica , infatti la fisioterapia dovrà essere rispettosa delle tempistiche, (viste anche le recenti tristi ri-rotture avvenute in serie A per aver voluto “forzare i tempi) tenendo conto che la letteratura parla di 6-9 mesi affinche il processo di “legamentizzazione” sia completo e del tipo di sport o di vita quotidiana che la persona vorrà riprendere.
L’equipe multidisciplinare; il giocatore prima di tornare alla piena attività avrà già da diversi mesi inserito la pliometria e la forza esplosiva all’interno del proprio programma di preparazione e ricondizionamento, dovrà essere sempre seguito dal fisioterapista, l’ortopedico ed il preparatore possibilmente se laureato in scienze motorie e tra queste tre figure il dialogo e la sinergia sono fondamentali.
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.