LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE: è necessario operarsi per tornare allo sport?

(un’articolo basato su evidenze scientifiche e opinion expert)

Arriviamo subito al punto: sottoporsi ad intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore (LCA) non significa automaticamente poter tornare allo sport

Quest’affermazione non è per demoralizzare gli atleti sfortunati che hanno subito una rottura del LCA nella propria carriera ma per far capire che il percorso necessario per poter tornare alla propria attività sportiva e soprattutto con un livello paragonabile al pre-incidente, è lungo ed impegnativo.

Questa affermazione è basata oltre che sulla nostra esperienza anche sui dati emersi da una recente ricerca pubblicata sul “British Journal of Sports Medicine”.

Questo studio consiste in una meta-analisi e revisione sistematica delle pubblicazioni di buon livello che trattano il ritorno allo sport in atleti operati di ricostruzione di LCA.

In questa ricerca vennero analizzati ed inclusi 48studi che valutarono 5770 partecipanti con un follow-up medio (tempo di osservazione) di 41mesi post intervento.

I dati una volta elaborati ed analizzati di mostrano che:

  • l’82% degli atleti operati è tornato a un qualche tipo di attività sportiva.
  • Solo il 63% è tornato ad un livello simile a quello precedente l’infortunio
  • e il 44% è tornato a competere nella medesima categoria per tutta la durata del follow-up.
  • Approssimativamente il 90% dei partecipanti dopo l’intervento ha recuperato una funzionalità e stabilità buona.

Il fattore  principale a limitare l’atleta nel  ritorno all’agonismo ed al livello precedente è stata la “PAURA DI FARSI NUOVAMENTE MALE”

Oltre a questo, se andiamo ad analizzare gli studi si evince che alcuni atleti tornano allo sport al medesimo livello precedente anche SENZA INTERVENTO CHIRURGICO.

Ci sono 2 principali opzioni d trattamento disponibili per chi ha subito un infortunio con rottura di crociato anteriore:

  • farsi operare precocemente e seguire un programma di riabilitazione mirato
  • tentare un approccio non chirurgico, con la possibilità di operarsi a distanza di tempo qualora i risultati ottenuti con una buna fisioterapia fossero insoddisfacenti (i sintomi più comuni sono l’instabilità in determinate attività).

In questi anni sono stati condotti diversi studi con il tentativo di confrontare se l’intervento chirurgico precoce o la riabilitazione senza intervento fossero confrontabili in termini di successo anche a distanza di anni.

In particolare da questi emerge che non vi sembra essere alcun beneficio a distanza di due anni 

O di cinque anni in termini di qualità di recupero tra chi si è operato precocemente di ricostruzione e chi si è operato a distanza di anni.

Bisogna specificare che questi studi hanno analizzato ragazzi e giovani, che rappresentano la maggioranza dei soggetti che subiscono una rottura del Lca sportiva e che ambiscono a tornare allo sport.

I fattori da considerare quando si effettua una decisione sulle varie opportunità di trattamento devono infatti tenere in considerazione oltre all’età, il livello al quale il ragazzo pratica il suo sport (se è un professionista, un atleta di élite od un dilettante), il sesso ecc.

Questo processo decisionale deve essere guidato anche grazie a professionisti di grande esperienza nel campo che sappiano aiutare nella scelta migliore l’atleta.

Tutti questi dati comunque ci fanno capire che L’intervento di ricostruzione è ampiamente SOPRAVVALUTATO e spesso la Fisioterapia viene SOTTOVALUTATA.

In particolare, sapendo che non vi sono differenze nel risultato del recupero a lungo termine tra chi si è operato immediatamente e chi invece ha preferito operarsi a distanza di tempo( a meno che non ci si trovi davanti a giocatori d’élite con tempistiche dettate da regole diverse)  , il primo tentativo dovrebbe essere la Fisioterapia.

Oltre tutto, c’è la NON remota possibilità che alla fine del percorso riabilitativo pre-operatorio o del percorso fisioterapico conservativo l’intervento non si renda più indispensabile e che il livello di forza e stabilità articolare ottenuto con il solo percorso riabilitativo fisioterapico sia soddisfacente.

Riguardo al tipo di fisioterapia ed alla durata di questa, rimando a due articoli che scrissi proprio riguardo a questi argomenti:

 

Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.