Ma per sollevare i pesi devo tenere la schiena diritta in lordosi o posso piegarla??
Fletterla fa male?
C’e un modo corretto e uno sbagliato di sollevare pesi?
Scrivo per fermare dei pensieri, perché troppo spesso ultimamente devo giustificare determinate scelte o pratiche con qualche collega (o meglio sarebbe dire “neo esperto”) o mi si chiede di commentare un video o un articolo “sensazionalistico” con un… “marco e tu cosa ne pensi?”spesso video sui quali stenderei un velo pietoso.
Sopratutto quando qualcuno parla di “certezze” o di verità assolute in un campo che a mio avviso di certezze assolute ne ha ancora poche.
Quello appunto della genesi del mal di schiena.
Sarò ripetitivo ma sono abbastanza stanco di sentire questi “neo-specialisti” spacciare qualche “nuovo” studio come la nuova verità assoluta quando esistono tonnellate di letteratura prodotta negli ultimi 50 anni che dice anche il contrario.
Solo negli ultimi 20 anni ho assistito alle mode del tutto e del contrario di tutto, dalle metodiche “posturali” che per guarire dal mal di schiena proponevano la rettilineizzazione della lordosi, all’ossessione assoluta nel mantenerla sempre inarcata (sempre in lordosi) mentre ora si è arrivati al paradossale “fa quel c@xxo che ti pare, solleva i pesi come ti và che tanto non cambia niente, sei invincibile e pensa positivo che prima o poi passa”
Poi mi sorge il dubbio : ma questi studi che questi esperti citatano li avranno letti? Lavorano? hanno mai visto un paziente davvero?
Saranno entrati nel merito degli studi citati? Sicuri che abbiano capito cosa dicono realmente? Perché di solito questo genere di studi sono assolutamente travisabili, semplicemente perché ammassano dati anche non comparabili; ad esempio:
di che mal di schiena parliamo?
di che pain generator parliamo?
Quale è la causa?
Parliamo di lombalgia meccanica immagino.. o meglio spero… ma di sindrome delle faccette articolari?
Di qualche forma di instabilità ?
O microinstabilita ?
O di dolore discogenico?
ovviamente non possiamo trovar differenze tra tenere la lordosi e non tenerla se il campione non è sotto classificato , se tutto è mescolato con il contrario di tutto e l’unico fattore comune
è il sintomo e non la causa di questo.
E questi soggetti comparati da quanto hanno dolore?
E Come è insorto?
Che stile di vita hanno? Sono sedentari, sportivi?
Cosa facevano prima di quel primo episodio?
Ce stato un movimento a provocare il primo episodio acuto? E se si, quale?
A che livello è il dolore?
Di che entità?
E se si di che sport parliamo?
È un dolore meccanico?
È un dolore intermittente o costante?
È coinvolta una radice nervosa?
Come si modifica?
È una pattern da pain generator discale?
Da sacro iliaca? Anca? Piriforme? Faccette articolari? Mio fasciale? Viscerale?
I test clinici cosa dicono?
La salute generale del paziente com è e com’era?
Com’è la sua mobilità in generale?
Queste sono solo ALCUNE delle domande che devo porre ad una persona quando si rivolge a me per aiutarla a risolvere una Lombalgia o una sciatalgia che sia acuta o cronica.
Capite dunque che questo genere di macro studi per me sono utili quanto i fans per curare un dolore cronico… (assolutamente niente) se non per tirar l’acqua al proprio mulino di “innovatori” o meglio sarebbe dire bastian contrario …
Ok ma quindi dovrei sollevare pesi con la colonna flessa o No?
Per rispondere, prenderò spunto anche da un dibattito già avuto su vari gruppi, e con un amico esperto di biomeccanica (Paolo Evangelista) perché anche lui già tempo fa sintetizzò perfettamente la cosa esponendo alcuni concetti, ma non occupandosi direttamente di curare persone con mal di schiena cercherò di completarne il ragionamento…
Come sempre nei casi un cui il problema è complesso, la risposta non può essere una “reductio ad unum”: non può ridursi alla sola biomeccanica, né alla sola fisica, né allo studio isolato delle linee di forza, e via dicendo.
Le colonne vertebrali, fanno sempre parte di una persona, e le persone non sono tutte uguali; sono più o meno capaci di muoversi, ognuna ha il suo corredo generico, le proprie predisposizioni, sono più o meno adattabili e adattate al movimento, sono più o meno condizionate a gestire situazioni di carico e stress- in senso molto ampio.
Fatta questa premessa è evidente che la signora della porta accanto troverà logico e accettabile che qualcuno le dica di non piegarsi in avanti neanche per lavarsi i denti, se farlo, ogni volta le provoca dolore mentre il weight – lifter (magari agonista) troverà illogico e inaccettabile che il suo allenatore non introduca degli esercizi in carico e flessione lombare.
Hanno ragione entrambi? Hanno torto entrambi?
Io mi occupo di pazienti, e posso portare la mia esperienza di qualche migliaio di casi di lombalgia risolti…
Non voglio essere auto celebrativo ma devo dire due parole su cosa faccio:
da più di 10 anni ho la fortuna di lavorare e di esser circondato da circa 15 colleghi competenti, entusiasti e di diversi specialisti , ognuno eccellente nei suoi indirizzi, assieme trattiamo qualcosa come 3000 pazienti all’anno, erogando una media di 20mila trattamenti (dai 2-3 per una lombalgia acuta, ai 100 e più per riabilitare un crociato),
seguiamo molte società sportive ma anche l’uomo comune, e di colonne dolenti ne vediamo a tonnellate, (tempo fa avevo calcolato di aver visitato solo io personalmente qualcosa come 8000 colonne vertebrali e lavorando in privato e godendo di una certa discreta nomea direi che la maggior parte hanno risolto i loro problemi grazie ai nostri consigli e ai nostri interventi), dunque aldilà della letteratura che leggo, degli aggiornamenti che faccio, mi sento abbastanza pratico del settore e penso di dire cose per lo più corrette e abbastanza ben supportata dalla letteratura, che conosco da prima di questi ultimi studi “sensazionali”…
sono arrivato ad una conclusione; le persone “normali” hanno una combinazione letale di una serie di condizioni che li portano a diventare di colpo per l’appunto “pazienti”…
in particolare nell’uomo sedentario comune trovo due condizioni che li portano al dolore lombare: e cioè una colonna debole,sottostimolata da un parte, e la convinzione che sia una struttura di cristallo da tenere il più possibile protetta, dall’altro. Il che genera problemi di funzionalità e tolleranza al carico più che dolore … e sopratutto una “alterata” percezione di quello che definiamo “dolore”.
A instillare questa credenza (falsa) è vero, sono state per lo più le campagne pubblicitarie di alcuni “specialisti” in passato ma che si perpetrano anche oggi giorno …
La debolezza invece è facilmente ascrivibile allo stile di vita che tutti conosciamo esser mediamente troppo sedentario.
Va’ da sé che dal punto di vista del fisioterapista la signora della porta accanto DEVE, un po’ alla volta … e lo risottolineo UN PO ALLA VOLTA … quando il gesto magari non le provocherà più dolore acuto, recuperare forza e mobilità anche in flessione lombare, e DEVE imparare a gestire dei carichi normali anche in flessione lombare, (non posso pensare di dover stendere i panni con il controllo della lordosi del weightlifter che fa 300 di stacco) e DEVE capire che la flessione lombare non è figlia del demonio ma della biomeccanica tanto quanto l’estensione, le rotazioni e tutto il resto. Ma anche per rieducare il proprio cervello a non esser troppo terrorizzato dal vivere in generale.
Ma questo comunque non vale sempre e per tutte le colonne.
In questo senso, anche io sostengo la teoria che vuole togliere forza a queste pubblicità che diffondono convinzioni nefaste , pessimistiche, terroristiche tra le persone lombalgiche e tra i “professionisti”, ma sono altrettanto consapevole che non sia corretto in ogni caso generalizzare e parlare di un sintomo quando le cause che lo provocano possono essere le più disparate.
(È un po’ come ridursi a dire che non serve preoccuparsi della febbre in autunno perché tanto passerà sola… certo… nella maggior parte dei casi .. ma NON sempre e se è a 40 da 10gg secondo me è meglio invece preoccuparsi)
Se invece parliamo di atleti che devono gestire carichi molto (ho detto molto!) elevati, sono d’accordo con chi dice che vadano sollevati, probabilmente, in lock, o meglio mantenendo l’estensione. La biomeccanica non spiega tutto, ma ci da una grossa mano quando ci portiamo su limiti di cui non conosciamo esattamente tutte le risposte.
Ciò non toglie che se adeguatamente preparato e con tempistiche e dosi giuste l’atleta di élite possa, a mio avviso, arrivare a stimolare la colonna ANCHE in flessione – anche perché ricordo che ogni squat con sedere in buca finisce necessariamente in qualche grado di flessione lombare. Vero che cambiano le forze di taglio, ma la “protezione” articolare in buca non c’è. (punto).
Ok ma io che ho mal di schiena posso o no piegarmi in avanti?
La risposta è come spesso accade : dipende.
Avreste dovuto capire , se siete arrivati fino a qua che “i mali di schiena” non sono tutti uguali. Ad alcuni pazienti suggeriamo di muoversi per un certo periodo con molta attenzione e ad altri invece non diamo molte indicazioni a riguardo.
Per concludere non sopporto nè quelli che instillano il terrore della flessione lombare a tutti i costi, nè le campagne opposte quasi più fatte per generare scalpore che per divulgare qualcosa di utile…
Gira ultimamente un video che trovo fin grottesco. (ne troverete piu di uno…)
Ovviamente girato da un credo neolaureato o poco più che ragazzo che fa un mix di:
come usare male ciò che se usato bene potrebbe dare vantaggi professionali (le pubblicazioni scientifiche), come parlare di argomenti di cui non ha alcuna cognizione di causa (il sollevamento pesi) e come rimescolare il tutto con l’inesperienza e la giovane età (Il paternismo non mi piace, anche perché non ho 40 anni di professione alle spalle ma ne ho sufficienti per essermi reso conto di quanto sia importante l’esperienza pratica … ma certi ragazzini che fanno video “controcorrente” sono talmente “buffi” nella loro ingenuità che li ispirano da doverli citare…
Riguardo a come utilizzare le pubblicazioni non entro nemmeno nello specifico, perchè proprio da questi giovani “debunker” ho capito che evidentemente all’università non lo insegnano, e mi sento di suggerir loro diversi testi anche divulgativi in materia, così possono evitare di parlare di verità assoluta … dopo aver trovato una review su PUBMed e pensare di avere in mano la nuova verità che tutti tengono nascosta o che non conoscono.
Buon stacco a tutti… (tranne ai lombalgici da ernia del disco acuta)
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.